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COLTIVAZIONI E FATTORI DI PROGRESSO

In Italia la coltivazione del riso si fa principalmente in sommersione, con controllo del livello dell'acqua durante tutto il ciclo vegetativo che va dalla semina in aprile sino a settembre inoltrato.Solo recentemente (da una decina di anni) sono state introdotte coltivazioni "all'asciutta" che non hanno avuto un grande seguito per i problemi connessi con la bassa qualità del riso raccolto.Non tutti sanno che la pianta del riso rifiuta le acque stagnanti: perciò il terreno è preparato per la semina in riquadri, delimitati da argini di differente altezza che mantengono ogni risaia ad un livello diverso dalla vicina, in modo da consentire all'acqua di scorrere dall'una all'altra in modo lento e continuo.In Giugno avviene la monda della risaia dalle erbe infestanti che sottraggono nutrimento al riso.Ancora nel dopo guerra vi erano addette le mondine, impiegate anche per il trapianto.Era infatti abbastanza diffuso il metodo di prima raccogliere il frumento e poi, sul medesimo terreno, di preparare la risaia per trapiantarvi Verso la fine di giugno,le pianticelle allevate in vivaio.Non essendosi mai riusciti a meccanizzarla, la pratica del trapianto venne abbandonata, così come la monda a mano e, per conseguenza, anche le Mondine ormai fanno parte di un tempo che fu. La disinfestazione dalle erbe che infestano la risaia oggi avviene utilizzando diserbanti,qualche volta sparsi da un elicottero o da aeroplani leggeri. L'impiego di prodotti chimici, compresi i concimi, è da alcuni anni seguito con attenzione da diversi Istituti, tra cui il Centro di Ricerche sul Riso di Mortasa. Se ne studiano gli effetti sulla composizione del suolo, nelle falde acquifere ed anche nella pianta stessa del riso il cui sviluppo richiede azoto in notevole quantità.Sino al secolo scorso il fabbisogno e quindi la concimazione della risaia erano procurati attraverso un procedimento naturale, biologico, per la fissazione dell'azoto(che costituisce i quattro quinti dell'atmosfera) di simbiosi tra vari batteri e l'alga azzurra della risaia che decomponendosi, lo passa al terreno. Non è escluso che in un meno recente passato a tale processo partecipasse anche la felce acquatica Azolla, attualmente oggetto di studi da parte dell'IRRI,International rice research Institute, perché potrebbe essere una carta vincente per l'aumento di produttività della risaia in molte regioni del Terzo Mondo. Infatti la simbiosi tra Azolla e Alga Azzurra fu alla base dello sviluppo primigenio del riso ed è efficacissima

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